Il tempo delle mele (e delle zinnie)

C’e’ stato un tempo quando, alle feste di compleanno di qualche compagno di scuola, arrivava il momento fatidico del lento.

Verso la fine degli anni ‘80 (e all’inizio dei ‘90), dopo l’esaltazione da frenetico “Ballo del Qua Qua”, scattava, inesorabile, la malinconica nenia de “Il tempo delle mele”.

Per molti, quel tempo e’ stato un momento di crescita: gli adolescenti passavano dal “maschi da una parte e femmine dall’altra” a un’intimita’ mai provata prima.

Per altri,  erano momenti drammatici:
E ora che faccio? Invito la piu’ carina della casse? E se mi dice di no, che figura ci fo? Pero’ se non mi sbrigo, resto l’unico senza compagna o, peggio ancora, mi invita quella con l’apparecchio ai denti e i fondi di bottiglia sugli occhi”.

A volte, la fortuna ti sorrideva un minimo, e non restavi solo come uno sfigato vicino al tavolo dei panini e delle aranciate, ma riuscivi a lanciarti nel mucchio di piedi calpestanti, di mani irrigidite che non sapevi mai dove appoggiare (“che assurdita’ e’, metterle le mani sui fianchi, se lei e’ alta trenta centimetri meno di me? Non sarebbe piu’ comodo se IO gliele mettessi sulle spalle?”) con la paura…. di svelare il tuo segreto piu’ grande: un alito terribile che ti costringeva ad un lungo ballo in apnea!

Quanto puo’ resistere, senza respirare, un adolescente che balla?

Dreams are my reality, a wondrous world where I like to be….

Poi, la musica finiva e “il tempo delle mele” passava…. proprio come nel film.

Allo stesso modo, e’ passato il tempo delle zinnie.

Le prime improvvise gelate notturne di novembre hanno dato il colpo di grazia agli splendidi fiori che per un’estate intera hanno rallegrato l’aiuola di Quarto Inferiore (a proposito, qualcuno sa come sia possibile che da un’unica pianta, vengano su contemporaneamente fiori di colori diversi?) cosi’ come non ce l’hanno fatta i sette coleus dalle foglie rossastre.

Siamo dunque passati a dare colpi di cesoie qua e la’.

Ne abbiamo approfittato per potare le rose (recuperando i rami migliori per farne talee che, se sopravvivranno, saranno pronte per la prossima stagione) ed estirpare le ormai defunte piante di pomodoro.

Resistono ancora, oltre alle rose, la Pachyverya Cattiverya (e come poteva essere altrimenti?), il misero Fico degli Ottentotti (che stenta ancora un po’), le due piante di rosmarino e le due piccole querce, che pero’ mostrano i primi segni di ingiallimento delle foglie.

A questo punto, anche Terra di Nettuno ripone gli attrezzi e va in riposo vegetativo, dando appuntamento a tutti i guerriglieri di Bologna e provincia alla prossima primavera, quando ci risveglieremo dal lungo letargo invernale.

Nel salutarvi, vi ricordiamo di seguirci sul profilo Facebook, di scriverci su terradinettuno@gmail.com e di mettere al riparo tutte quelle piantine che sarete disposti a immolare per la causa quando riprenderemo a vangare le aiuole dimenticate di questa citta’.

Titoli di coda.
Sigla!

Dreams are my reality,
I like to dream of you close to me
I dream of loving in the night 
and loving you seems right 
perhaps that's my reality

(e ora, potete ricominciare a respirare)

Le zinnie secche e i pomodori ormai defunti


Le rose sono ancora in forma!
(la quercia un po' meno)

Il tempo delle zinnie is gone!

Talee di rosa.
Crescete, e moltiplicatevi!


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